mercoledì 19 gennaio 2011

Spose ai fornelli ...

Molte di voi non avranno problemi, ma per evitare inutili ansie in cucina il primo giorno di matrimonio, ecco 4 semplici regole da seguire.


Se siete convolate a nozze dopo una convivenza più o meno lunga, lo sapete già.
Se, invece, siete spose senza esperienza, ve ne renderete conto al primo risveglio. Quando, ritornate dal viaggio di nozze, aprirete gli occhi nel vostro letto, e per la prima volta vi chiederete "Cosa gli cucino oggi?" Una lieve ansia o un accorato panico ruberà i vostri pensieri e li dirotterà su antichi ricordi di torte della nonna e lasagne della mamma di cui avete dimenticato di chiedere istruzioni, su centinaia di ricette ritagliate ma mai provate. Tranquille, è il primo impatto con la quotidianità.
Capita a tutte, ma soprattutto a chi non ha convissuto prima del matrimonio e a chi non ha mai avuto la cucina ai primi posti nella hit parade dei pensieri. Raccontateci la vostra esperienza: come è andata la vostra prima volta ai fornelli? Cosa avete preparato? Chi si è destreggiato con le padelle, voi o loro (gli sposi)?

A chi sta per affrontare l’esperienza del primo pranzo a due vogliamo dare qualche consiglio. Ma non aspettatevi ricette. Perché qui troverete i suggerimenti per instaurare un sano rapporto con la cucina affinché questa non diventi un fastidioso dovere e una cronica insidia alla vostra felicità.

Roberta Corradin, giornalista professionista e cuoca per diletto, scrittrice ironica e saggia, autrice del libro "Le cuoche che volevo diventare" (Einaudi, 12,50 euro) spiega in quattro punti come diventare spose-felici-in-cucina: "Anche se siete alle prime armi, se non vi piace cucinare, se vivete il momento della preparazione del pranzo con ansia, insomma se solo un irrefrenabile senso del dovere muove i vostri (primi) passi verso la cucina potete sopravvivere allo stress d’imbandire la tavola se seguite queste quattro regole", suggerisce la scrittrice.

1 - Vostro marito non rientra per pranzo? Perfetto. Altrimenti stabilite fin dall'inizio che non è pensabile cucinare due volte al giorno. A  mezzogiorno abituatelo a bistecca e insalata o pasta al pomodoro, insalatone, affettati e crudité, prosciutto e melone, frutta, ecc ecc. Niente di più: pasta al forno+arrosto+contorno sono un attentato insostenibile alla sua dieta e al vostro equilibrio psicologico.
2 -  Se anche non vi piace cucinare ci sarà sicuramente qualcosa che vi piace mangiare. Cominciate da lì. Specializzatevi in pizza se vi piace la pizza, in insalatone se ne andate matte. Se cucinate ciò che preferite vi riuscirà senz'altro bene perché lo farete con amore e con la gioia di gustarvi poi un piatto che vi ingolosisce. Insomma vi renderà felici. E una donna felice dispensa felicità (anche se nel piatto c’è solo una caprese, credetemi). Preoccupatevi quindi del vostro piacere a tavola e anche vostro marito ne sarà contagiato.
3 - Non prendete il monopolio della cucina escludendo vostro marito in quanto uomo. Al contrario, valorizzatelo: lasciate che provi anche lui, che scelga una ricetta e la realizzi (ma non rincorretelo per pulire gli schizzi di salsa o le tracce di unto). Prima di tutto capirà cosa vuol dire stare ai fornelli (stress e fatica gli si chiariranno al volo) poi, vedendo che il risultato è apprezzato (da voi) ne sarà orgoglioso. Felice. E un uomo felice dispensa, anche lui, felicità. Ma ricordatevi che ciò che lui avrà preparato deve diventare il vostro secondo piatto preferito. Qualunque cosa sia.
4 - Cucinate insieme almeno ogni tanto. Preparare il cibo dovrebbe diventare un piacevole gioco che coinvolge tutti e due. E se siete entrambi alle prime armi fate a gara a chi prepara il piatto migliore, a chi cucina più veloce, a chi sperimenta una ricetta esotica, o perché no, afrodisiaca, a chi trova al supermercato una novità da assaggiare. Certo non è sempre festa in cucina, ma lei che spadella e lui che legge il giornale è uno spot vecchio. Oggi non si usa più.
Riassumendo: "trasformate la quotidianità in gioco, possibilmente a due. Ma soprattutto non impazzite in cucina perché se vostro marito torna a casa e trova una moglie sfinita per le 4 ore impiegate a disossare un coniglio, non sarà poi così felice", conclude Roberta Corradin.

Se, invece, sapete cucinare bene e siete tipe perfettine, cioè state attente a non commettere il benché minimo errore, tutto ciò che fate lo fate in modo superlativo altrimenti neppure vi ci mettete, il problema del primo giorno da sposa in cucina potrebbe essere l’ansia.

Sfogliate libri e riviste, collezionate ricette, leggete blog, ma al momento opportuno (il primo pranzo, appunto) vi prende il panico e non sapete cosa scegliere tra le tante cose che sapete fare bene: "Più che ansia da prestazione, questa è ansia da perfezione", sottolinea Nicola Marsigli, psicoterapeuta del centro Ipsico di Firenze, specialista nei disturbi dell’ansia e curatore del libro "Nessuno è perfetto" di Antony-Swinson (Eclipsi 19 euro). "La mania di perfezionismo, in questo caso l’esigenza di fare bella figura a tavola con il partner, porta a stressarsi più del necessario perché si pensa di dover ricevere un giudizio e di essere valutati per ciò che si è fatto e non per ciò che si è. Pensare al rientro del marito e al piacere di stare insieme più che alla bella figura che farete con un  superbo filetto in crosta è la strada giusta per cominciare la vita a due anche a tavola".

Come dire, vostro marito vi ama perché siete voi, non per la vostra, seppur ottima, cucina.

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